Maruzzi e la fine dell’era del buon senso
Come evitare di sprecare tempo e carburante quando si devono consegnare migliaia di pacchi ogni giorno? Semplice, basta ridurre le svolte a sinistra. Sembra una battuta, invece è il risultato di una ricerca condotta da Ups, uno dei maggiori spedizionieri del mondo, monitorando al computer i propri veicoli grazie all’uso di localizzatori gps, ricerca poi messa in pratica. Risultato: Ups ha ridotto in un anno di 45mila chilometri i percorsi della sua flotta di vetture, risparmiando 5,4 milioni di litri di diesel e 32 milioni di tonnellate di emissioni di Co2 nell’ambiente.
È uno degli esempi più impressionanti del ‘prequel’ di ‘La fine del buonsenso’, l’anteprima on line (nel sito www.lafinedelbuonsenso.com) del libro a cui Stefano Maruzzi si è dedicato in questi mesi, dopo aver lasciato in gennaio la guida di Google Italia. “La clausola di ‘non compete’ prevista dal mio contratto con Google mi ha permesso un momento di stacco dal lavoro”, racconta Maruzzi. “Ne ho approfittato per raccogliere le idee e scrivere un libro, cosa che non facevo più da molti anni”.
Il volume, che uscirà a fine mese in formato solo digitale da Bookrepublic.it è una summa di “tutto quello che c’è da sapere per operare in un mondo tecnologico dove il buon senso non è più sufficiente”. Un mondo cioè dove le vecchie regole e i vecchi modi di pensare non servono più a comprendere il cambiamento in atto. Oggi bisogna pensare fuori dagli schemi per ottenere risultati (esattamente come hanno fatto alla Ups).
Il messaggio del libro è questo: “fatevi tante domande, ipotizzate nuovi scenari”. Un compito che Maruzzi svolge aiutandosi con molti esempi concreti e mettendo a frutto le competenze accumulate nel corso di una carriera tutta centrata nel mondo delle tecnologie digitali e di Internet, da Mondadori Informatica a Microsoft, da CondéNet International a Google Italia.
(da Prima Online: http://www.primaonline.it/2012/06/26/107685/maruzzi-e-la-fine-dell%E2%80%99era-del-buon-senso/ )